La cucina è un'arte e un potere: non concepisco di sottomettermi a quello di chicchessia"

Amélie Nothomb

martedì 25 dicembre 2012

Un Natale davvero speciale!


Per un giornata speciale ci voleva una ricetta speciale e una cuoca speciale....che non sono io! Ma la mia super nipotina Giulia che promette benissimo in cucina e sono sicura mi darà grandi soddisfazioni! Da ieri sera a stamani ha impastato, infornato e deliziosamente servito biscotti per tutti noi, regalandoci così una colazione natalizia davvero dolce....in tutti i sensi! Non contenta ha preparato la ricetta in due versioni, con e senza rum! Fra le due c'è una grandissima differenza di gusto e profumo, scoprite voi quale preferite!
Bon appetit e buon Natale!!!!!


Dosi per circa 35 biscotti:

200 g zucchero
200 g burro a temperatura ambiente
2 uova
una bustina di lievito per dolci
500 g farina
mezzo bicchierino di rum
sale

Preriscaldare il forno a 180°. Montare le uova con lo zucchero, unire il burro morbido, il rum, la farina setacciata con il lievito e un pizzico di sale così da ottener un impasto morbido e unto. Stenderlo con il matterello allo spessore di circa 1 cm e ritagliare i biscotti della forma desiderata. Cuocere in forno per circa 12 minuti finché saranno dorati ma leggermente morbidi.



mercoledì 12 dicembre 2012

La mia personalissima madeleine di Proust



"Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d'un triste domani, portai alle labbra un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzo di «maddalena». Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m'aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M'aveva reso indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l'amore, colmandomi d'un'essenza preziosa: o meglio quest'essenza non era in me. era me stesso. Avevo cessato di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Donde m'era potuta venire quella gioia violenta? Sentivo ch'era legata al sapore del tè e della focaccia, ma la sorpassava incommensurabilmente, non doveva essere della stessa natura. Donde veniva? Che significava? Dove afferrarla?"
Così scrive Proust nella "Ricerca del tempo perduto" e così è stato per me al primo morso di questa torta! Se avessi voluto essere meno poetica avrei potuto intitolare il post "Ammazza che bbbbbona" perché è la seconda cosa che mi è venuta in mente, ma la verità è che ho preparato questo dolce così per caso, avendo trovato la ricetta su un giornale, ma appena assaggiato ho avuto un flash meraviglioso che mi ha riportato a molti anni fa, ai sapori della cucina di mia nonna e al gusto di un dolce che lei preparava e che io avevo completamente dimenticato! Da sposata la mia lombardissima nonna si era trasferita in Puglia, a San Severo fondata con il nome di Castel Drione, da cui il nome del dolce che lei preparava, il Pandrione appunto, mangiato 1000 volte ma poi finito nel dimenticatoio. Insomma per me sarà una questione affettiva, per voi di pura gola, ma il mio consiglio è di propvarla subito perché è super deliziosa!

Bon appetit!


Dosi per un stampo da 22 cm:
200 g farina
2 uova
8 g lievito
150 g zucchero
170 g nocciole tostate spellate
100 g burro
5 cucchiai di latte circa
sale

Preriscaldare il forno a 180°. Tritare finemente 150 g di nocciole con 50 g di zucchero. Montare il burro molto morbido con lo zucchero rimasto fino ad ottenere un composto spumoso  Unire le uova, un pizzico di sale, la farina e il lievito  setacciati, le nocciole tritate e il latte in quantità necessaria per ottenere un impasto morbido. Imburrare e infarinare uno stampo a ciambella, versarvi l'impasto e cuocere per circa 50 minuti.
Lasciar riposare il dolce qualche minuto, quindi sformarlo e farlo raffreddare su una gratella. Tritare il cioccolato e scioglierlo a bagnomaria con la panna, mescolare e glassare la torta, quindi decorarla con le nocciole rimaste tritate grossolanamente.